La Grande Bellezza…..della pelle – Intervista al Professor Umberto Borellini

Se esistesse l’Oscar del Cosmetico in un film formulativo, sicuramente sarebbe assegnato al Professor Umberto Borellini, Cosmetologo di fama internazionale, Psicologo e Professore universitario. Autore di molti libri di successo come “La Divina Cosmesi” e il “Manuale di Cosmetologia”, in vetta alle classifiche di Amazon da ben 110 settimane. Un vero record! Un uomo di grande spessore culturale, ironico, istrione, dotato di grande empatia, con una formazione che si espande in ambiti complementari. Studioso ed esperto di Neurocosmesi e Cosmetogenetica, è un grande appassionato di musica, alla quale ha dedicato nel suo ultimo libro “Tu chiamale se vuoi emulsioni” un intero capitolo, raccontando come la musica con la sua forza sia in grado di farci “sentire” meglio e anche più belli. La Musica rappresenta un veicolo per le emozioni, le quali, se positive, amplificano le percezioni interiori che affiorano sulla pelle rappresentando il migliore dei trattamenti estetici e modulando molecole neuromediatiche responsabili di quella luce unica che traspare da una Bellezza autentica slegata da ogni stereotipo. La pelle è un organo superficialmente profondo che racconta, rivela e nasconde, e quando viene accarezzata con un buon cosmetico, magari ascoltando una bella canzone è in grado di inviare messaggi al cervello che a sua volta li rinvia nuovamente alla pelle, illuminandola. Incontrarlo e collaborare con lui è stata una grande illuminazione per la mia vita e la mia professione, nonché un importante scambio di vedute e di conoscenza.

GA: Quali sono state le fonti di ispirazione dei tuoi libri e quali sono i messaggi più significativi che contengono?

UB: Le fonti ispiratrici sono arrivate dal giorno successivo alla mia laurea…cioè almeno 35 anni fa.

Ovvero subito dopo il percorso scolastico, quindi, dal giorno in cui ho iniziato a studiare veramente, lavorare, testare, confrontare, aggiornare le mie conoscenze. A dimostrazione che Eduardo aveva ragione: “gli esami non finiscono mai” e le sfide sono quotidiane. Chi pensa di fermarsi dopo aver appeso il suo diploma alla parete, sbaglia tutto. I miei libri nascono dalla voglia di condividere le mie letture ed i miei studi, con l’obiettivo di divulgarli con semplicità e scientificità. Poi, nel mezzo del cammin, mi ritrovai anche a capire definitivamente che i cosmetici, ovvero gli oggetti principali che maneggiavo nel mio lavoro, potevano assumere un nuovo significato, quando la pelle si nutriva di vibrazioni dell’anima. Ecco, avevo dato un senso ad un artificio antichissimo, il cosmetico, che viene amplificato dalla psiche, perché pelle e psiche dialogano dalla nascita…per sempre.

GA: Da personaggio autorevole quale sei del mondo della cosmetologia, quali sono secondo te le grandi contraddizioni della cosmetica? E come si possono risolvere?

UB: Amo il mondo della cosmesi, perché le contraddizioni presenti, e sono tante, sono leggere, veniali.

Il mondo cosmetico è giustamente fatuo e un po’ etereo. Un vasetto di crema che sia frutto di ricerche super approfondite, oppure il risultato di un miscuglio fantasioso, regala sogni, speranze, volitività…

Per cui, quando leggo quelle che chiamo “fantacosmeticate”,  sono io il primo a sorridere.

Ogni tanto mi meraviglio della infinita fantasia degli uomini del marketing che abbinano una mela di Sodoma (sic), a una vitamina, un frammento di regolite direttamente dalla luna ad un peptide… e ancora, perle oceaniche, fiori estinti, frutta tropicale che è coltivata in serre siberiane, radici e cortecce di alberi fossilizzati …

Io seguo altri percorsi formulativi poiché il mio approccio alla materia è iniziato sui banchi dell’università e in laboratori di ricerca, per cui mi sforzo di rendere “fanta-scientifiche” molecole realmente scientifiche, ma ritengo che ci sia spazio per tutti, tanto chi sancisce il successo di un cosmetico è sempre il consumatore. E se il consumatore ama credere alle favole, quel consumatore, probabilmente non sarà quello che utilizzerà un prodotto cosmetico formulato da me.  Ma tutto questo fa parte di questo meraviglioso gioco!

Detesto invece chi approfitta e lucra sui farmaci, facendo leva su fragilità e ignoranza, che istillando paure prepara campagne marketing miliardarie. Chi pensa di aumentare fatturati, accordandosi con medici conniventi e disponibili al comparaggio.

La medicina è una missione, e deve essere pura, senza inganni.  I cosmetici, in fondo sono inganni, infatti molte persone, da secoli, li chiamano…trucchi!

GA: Quale è la tua opinione sui centri di formazione professionale e che consiglio daresti ai giovani studenti che li frequentano?

UB: Ai ragazzi delle scuole suggerisco di cogliere tutti i vantaggi che la scuola può dare loro.

Il cosmetico, ad esempio viene proposto in mille salse e mille contesti, poter trasmettere al proprio potenziale cliente che loro hanno studiato la pelle, i cosmetici, la biologia ecc, li rende avvantaggiati. Il consiglio di un professionista ha un valore diverso, superiore. Capire dunque che la cultura specifica non è un concetto astratto, ma molto concreto e utile. Quindi esorto i ragazzi a non pensare alla scuola come momento noioso dove acquisire nozioni dogmatiche, ma occasione professionale a 360 gradi. La cultura paga. Sempre.

GA: Quale è la sfida più grande che secondo te devono vincere la cosmetica e gli operatori professionali?

UB: La sfida del salmone, che orgogliosamente e instancabilmente, persegue il suo obiettivo, controcorrente.

Il concetto di Bellezza a cui credo è una Bellezza irripetibile, unica, avulsa da stereotipi e immagini costruite dal sistema.

La luce che i cosmetici devono esaltare nasce dal profondo. Il cosmetico, quello buono, non donerà mai la bellezza vera, ma esalterà quella imperfetta di un’anima che emana una luce ormai rarissima chiamata Carisma.

Il professionista vero, è colui che plasmerà ed esalterà quelle caratteristiche uniche che nulla hanno a che fare con quelle patetiche maschere contraffatte che invadono gli schermi televisivi e le copertine delle riviste. La vera Bellezza è intelligente, e sorprende chi la guarda.

GA: Durante la tua intensa e autorevole carriera di cosmetologo, c’è mai stato qualcosa che ti ha profondamente sorpreso?

UB: Raramente, ma quando è successo l’emozione è stata notevole. Penso alla prima volta che ascoltai le storie di un dermatologo che parlava di filosofia, musica e poesia, intese come arti estetiche e salvifiche, per pensare ad una Bellezza autentica (mi riferisco ad Alex Gezzi in particolare), oppure alla sensibilità e alla cultura di un esperto di immagine che parla alle anime delle persona che incontra (e penso a Diego Dalla Palma). Oppure quando incontro un imprenditore affermato che invece di chiedermi formule che potrebbero fargli raddoppiare il fatturato, mi invita a sensibilizzare i giovani studenti e i professionisti ad un nuovo concetto di Cosmetica…Umanistica!

GA: Come riesci a continuare ad imparare e a rimanere costantemente al passo con l’evoluzione dei tempi?

UB: Studiare, leggere, approfondire, frequentare congressi settoriali, viaggiare, capire altre culture, ascoltare.

Essere sempre curiosi e umili nell’ essere consapevoli che ogni giorno possiamo imparare cose nuove.

GA: Quali sono gli argomenti sui quali stai concentrando le tue ricerche in questi ultimi periodi? E perché?

UB: Oggi sono concentrato su alcune aree formulative scientifiche, ma in un certo senso anche romantiche. Scientifiche come la Cosmeceutica dove protagoniste sono le sostanze funzionali razionali, scientificamente validate, che in primis rispettino l’organo pelle. Molecole che riportano a studi seri e ricerche polispecialistiche. Mi riferisco ad esempio all’importanza di formulazioni epigenetiche che siano in grado di agire in quell’area importantissima dove le cellule, anche quelle della pelle, possano essere protette e riparate da molti fattori esogeni aggressivi (smog, radiazioni, glicazione…).

Romantiche come la Neurocosmesi, dove l’approccio polisensoriale delle formulazioni coinvolge tutti i sensi con texture sontuose, profumi di essenze che arrivano al sistema limbico, influenzando positivamente anche i risultati, così come essenziale è lo studio dei colori. Pelle e psiche dialogano dalla nascita, e la polisensorialità nei cosmetici è un nuovo codice universale che renderà ancora più magico il nostro universo di Bellezza.

GA: Hai un sogno?

UB: Si, vincere il premio Nobel della Cosmetologia!