Il Nomadismo Cosmetico

La Ricerca della Bellezza è generata da un istinto ancestrale legato alle relazioni sociali. Nonostante il mercato trabocchi di offerte, il livello di insoddisfazione dei clienti rimane altissimo. L’ossessiva ricerca di risposte esaustive alla domanda di Bellezza spinge a cambiare continuamente i prodotti, i servizi e gli operatori, cadendo in un vortice senza fine che porta a rimanere sempre più delusi. 

Questa contraddizione è la genesi della disfatta che porta al nomadismo cosmetico. Se la Bellezza genera sofferenza – in aperto contrasto con la sua essenza e con ciò che le aziende promettono nei claims – è chiaro che diventa disumana, con effetti domino nel tessuto sociale ed economico.

Le istituzioni ignorano perché distratte o disinteressate. L’industria specula, ma senza vincitori: nomadismo cosmetico, mancanza di professionalità e loyalty rendono commodities – prodotti banali – i beni sul mercato. La Bellezza quindi perde il valore oggettivo e sociale.

La delusione di molte donne dopo aver subito un taglio di capelli sbagliato o aver utilizzato un prodotto inefficace le porta ad uno stato di malessere personale con gravi ricadute d’infelicità a livello relazionale con le persone più vicine, generando malesseri a cascata: tutto questo è assurdo perché la Bellezza dovrebbe contenere una promessa di felicità, invece spesso crea delusioni.

Il rating di insoddisfazione è dell’87% quindi la capacità di trattenere un cliente e di fidelizzarlo è scarsa da parte di ogni struttura della Bellezza.

La Customer Retention media si attesta al 13%. Ciò significa che, dopo aver conquistato 100 consumatori nella divisione professionale con servizi o nella divisione retail con prodotti, solo 13 rimangono soddisfatti, e affezionati al prodotto o al servizio. 

Sono numeri che devono far riflettere!

Agli operatori manca il polso della Customer Retention cioè del numero di clienti consolidati e della Customer Acquisition, quindi delle efficaci strategie per acquisirne di nuovi. 

Spesso i professionisti della Bellezza non sono in grado di aiutare i clienti a raggiungere il Benessere né a soddisfare le loro richieste di Bellezza, sia per la formazione carente che hanno ricevuto dal sistema scolastico, sia per l’inadeguatezza con la quale si identificano, costretti da sempre dentro pregiudizi culturali di una società che li considera scarti.

La mancanza di strumenti psicologici che favoriscono l’ascolto sincero e profondo delle richieste della cliente, l’assenza del tempo e luogo dedicato alla consulenza favorisce approssimazioni, preconcetti, abitudini sbagliate e quindi incomprensione. 

La responsabilità sociale implicita nell’idea di Bellezza si è del tutto appiattita e persa. Gli operatori del mondo della cosmetica – sia nell’industria sia nei servizi – dovrebbero avere una vocazione missionaria, diventare angeli terreni con l’obiettivo di sentirsi e agire in maniera socialmente responsabile. 

Attraverso la Cosmetica Umanistica noi Beauty Pioneers vogliamo formare operatori della Bellezza che seguano il principio della passione e della dedizione verso se stessi e verso gli altri per ottimizzare la cosmesi, scienza di alto livello in grado di rispondere sapientemente ai bisogni di ognuno di noi.

Immagino la cosmetica come una medicina olistica in grado di fare prevenzione e migliorare la condizione umana. Il cosmetico diventa un farmaco olistico, e il professionista della Bellezza un medico olistico di primo soccorso in grado di aiutare chi ne ha bisogno.

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    2 commenti

    1. Buon giorno ,
      Sono anni che sono in questo settore cresciuta in un negozio di parrucchiera mia mamma e ora estetista io, attività che sembrano simili ma mi conceda ben diversi.
      Anni fa’ si viveva diversamente la vicina di casa poteva essere un aiuto un alleato nei bisogni,oggi l’individualizzazione porta o ha portato alla perdita di riferimenti e qua ci allacciamo alla fidelizzazione. La persona si sposta dove la ricevono quando lei vuole il qui ora tradotto subito, guarda servizio e prezzo,e mi conceda di contraddirla sorry lei sostiene di esserci poca professionalità io la correggo dicendo che tutti hanno abbiamo una buona professionalità sicuramente non imparata a scuola ma con corsi ma ora semmai bisogna uscire da questa globalizzazione e emergere rinascere diversi :Cosmetica Umanistica
      Buona giornata Marinella

      1. Gentile Marinella, grazie per il suo commento. Lo scopo del mio blog è infatti dare voce al settore Beauty, ben vengano le esperienze personali che aiutano a creare una rete di opinioni costruttive.
        Come dice lei, esiste certamente una percentuale di professionisti del settore preparata e fiera del proprio lavoro – sono certo che lei ne faccia parte –, ma esiste anche una forte maggioranza che combatte contro frustrazioni e pregiudizi per mancanza di strumenti e possibilità. E naturalmente per una nota sottovalutazione della professione anche da parte delle autorità. Tutto questo è assurdo perché la Bellezza dovrebbe contenere una promessa di felicità, invece spesso crea delusioni. È un dato di fatto. La Cosmetica Umanistica vuole stravolgere tutto ciò proprio per valorizzare i professionisti come lei! Continui a seguirci

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