Una delle frontiere più interessanti nel campo della Cosmetica è l’Etnocosmesi, un argomento di assoluta attualità nell’era della globalizzazione e della società multietnica in cui viviamo. La convivenza di diverse culture, religioni, razze e nazionalità sta ponendo al mercato richieste sempre più specifiche per soddisfare le esigenze di un target di clienti molto eterogeneo.
Se ogni area geografica ha le sue specificità, lo stesso accade con le popolazioni che vi abitano e con i prodotti legati alla cura e al Benessere delle persone. I cosmetici utilizzati da chi vive in un clima temperato non possono essere gli stessi di chi vive in Africa del Nord o Subsahariana, in Europa Settentrionale o in qualche isola tropicale, poiché ogni popolazione ha le sue peculiarità istofisiologiche.
Per essere realmente efficaci, i cosmetici devono quindi essere in grado di rispettare non solo queste evidenze fisiologiche ma anche la componente etica, religiosa e culturale dei vari gruppi di appartenenza.
Per le aziende cosmetiche rappresenta una nuova sfida con cui misurarsi ed approfondire Ricerca e Innovazione in una direzione che riporta l’uomo al centro rispondendo esattamente alla nuova visione “cliente centrica” della Cosmetica Umanistica.
Dopo un’attenta analisi dei numeri del mercato multiculturale e in collaborazione con il Laboratorio Antropo-Relazionale, ho aperto dei centri di Ricerca e Sviluppo in Cameroon, in Cina, in Medio Oriente, negli Stati Uniti e in America Latina per studiare le caratteristiche dei capelli e della pelle di specifiche etnie, dei rituali e dei segreti di bellezza, dei gusti relativi alle profumazioni e dell’uso tradizionale di piante endemiche. Questi poli di ricerca rappresentano una ricchezza enorme per il feedback che restituiscono e un solido supporto nella costante creazione di prodotti di Bellezza eticamente pensati e sviluppati in collaborazione con le popolazioni del posto.
La ricerca scientifica si è spinta in profondità nell’analisi dei tratti dermatologici delle varie etnie che popolano il pianeta, e in campo cosmetico sono state individuate diverse caratteristiche che contraddistinguono questi gruppi. Ma nonostante tutto, la conoscenza e le tecniche professionali da utilizzare per rispondere a queste esigenze, in Occidente rimangono ignote ai più. Non è possibile eseguire gli stessi trattamenti, ad esempio, su una chioma afro e su una chioma asiatica perché entrambe possiedono una struttura genetica profondamente differente l’una dall’altra. Se non si prendono in considerazione questi aspetti, i danni sono assicurati.
Infatti i capelli dei neri sono tipicamente ricci, sottili, disidratati e hanno una sezione trasversale ovale schiacciata. Il sebo – data la struttura del capello – non riesce a scivolare sulle lunghezza, lasciandolo secco, poroso e facile a spezzarsi. L’abitudine ad intrecciarli, stirarli con il calore e con sostanze chimiche liscianti ne causa un’ulteriore fragilità alterandone i componenti strutturali.
Esistono varie tipologie di capelli neri classificati a seconda del grado di ampiezza del riccio in uno schema che assegna un nome ed un numero per poter far riferimento a prodotti e rituali più adatti a trattarli nello specifico. La gestione dei capelli portati in modo naturale “Hair Natural Afro” dipende da tanti fattori come la porosità, la secchezza, la sensibilità cutanea, le punte, la lunghezza dei capelli o la definizione del riccio. Oltre a tutta una serie di applicazioni di prodotti idonei.
Questa tipologia di capelli necessita di prodotti molto idratanti, condizionanti, e districanti che mirano a ridurre l’effetto Shrinkage delle lunghezze, cioè la capacità dei capelli di arricciarsi da asciutti. Sui più ricci influisce anche sull’ 80-90% della loro reale lunghezza.
Molto diversa la struttura dei capelli asiatici notoriamente dritti con una sezione trasversale rotonda, un diametro piuttosto grande e nelle donne tendono a diventare ruvidi, aggrovigliati e annodati. Avendo una pigmentazione elevata, anche la parziale rimozione del colore cambia lo stato della cuticola superficiale rendendo il capello poroso e facile a rompersi.
L’inclusione è il concept fondante dell’Etnocosmetica. L’inclusività è un termine entrato a far parte del linguaggio cosmetico per affermare un nuovo modo di intendere la Bellezza e la cura di sé, che include senza escludere più nessuno, usando la scienza e la conoscenza per valorizzare l’autenticità di ogni persona nel rispetto del suo gusto, della sua cultura, del suo colore della pelle, della sua tipologia di capelli, delle sue abitudini e della sua religione.
A tale proposito sono sempre più presenti le richieste sul mercato di linee cosmetiche certificate Halal per rispondere alle esigenze dei consumatori musulmani; considerando che ad oggi si parla di una popolazione di musulmani di circa 1,8 miliardi nel mondo.
Per Cosmetici Halal (leciti) si intendono i cosmetici formulati, prodotti, confezionati, stoccati, distribuiti, in un modo conforme alle normative di un ente di certificazione che ne garantisce lo stato Halal. Sono certificabili tutti i prodotti ingeribili, iniettabili o che entrino nel corpo tramite le mucose o i pori della pelle. Anche le materie prime, il packaging e l’immagine usata per la comunicazione vengono analizzati ai fini della certificazione. La cosmetica Halal è un trend in continua crescita tanto in Europa quanto nel resto del mondo, con un giro di affari che in due anni è più che triplicato. L’80% dei cosmetici commercializzati nei Paesi islamici viene dall’Europa, con netta preferenza per quelli italiani e francesi.
Oggi è necessario affrontare il problema delle diversità strutturali e funzionali delle varie tipologie di pelle e capelli, un tema che diventerà sempre più attuale sia per la cosmetologia sia per i trattamenti medico-estetici in una società multietnica. Il segreto è quindi affidarsi alla scienza e non smettere mai di imparare: il risultato a livello personale e professionale sarà garantito.